Tablinum: Ad Infinitum è il primo appuntamento artistico-culturale della rassegna 2016 di Tablinum Cultural Management LUST for ART che segue la fortunata rassegna 2015 Art in Expo. Feed the World with Art che lo scorso anno ha fatto registrare un totale di 42.590 visitatori in soli sei mesi di programmazione.

Ad Infinitum avrà luogo presso lo spazio espositivo officinacento5, in Viale Lecco 105 a Como, da sabato 7 maggio a domenica 15 maggio 2016.

Ad Infinitum si propone di presentare attraverso le opere di Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz l’affascinante mondo della Space Art e, tenendo fede alla logica divulgativa e multidisciplinare propria di Tablinum, mira a realizzare uno stimolante incontro tra arte e scienza da cui possa scaturire un’importante occasione di arricchimento per il pubblico.

Eccezionale l’offerta di eventi collaterali ad ingresso libero e gratuito in collaborazione con il Gruppo Astrofili Lariani, l’agenzia Skyward e l’attore teatrale Christian Poggioni.

Ad iniziare dalla serata inaugurale del 7 maggio, quando in via del tutto straordinaria,  lo staff di Skyward presenterà al pubblico due missili originali utilizzati nel corso dei viaggi in orbita attorno al nostro pianeta mentre il GAL offrirà un programma di ricostruzioni con planetario digitale, che consentiranno al pubblico di vivere in prima persona l’emozione di immergersi nel “teatro del cosmo”.

 Ad Infinitum è a cura di Tablinum Cultural Management

Orari visita:

Da martedì a venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00.

Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Giorno di chiusura: lunedì

APPUNTAMENTI SPECIALI:

  • sabato 7 maggio dalle ore 19.30 Inaugurazione di Ad Infinitum
  • giovedì 12 maggio, dalle ore 19.00 : serata a cura del GAL con workshop e proiezioni interattive.
  • sabato 14 maggio, dalle ore 19.00.Recital Teatrale dell’attore Christian Poggioni ispirato alla Vita di Galileo di Bertold Brecht

GIORGIO TARDONATO E PIERRE KUENTZ

La Space Art rappresenta la perfetta espressione del connubio tra scienza ed arte, capace di veicolare un messaggio forte e coinvolgente trasmettendo al pubblico il sogno di esplorare il cosmo. Le scoperte astronomiche ed i nuovi strumenti messi a disposizione dalla tecnologia hanno fornito agli artisti una solida base da cui attingere per la realizzazione delle proprie opere.

Le opere di Giorgio Tardonato si distinguono per il rigore scientifico a cui si fonde la volontà di esprimere sulla tela la meraviglia di galassie e astri remoti, senza mai lasciare che la fantasia prenda il sopravvento sul realismo di quanto rappresentato; del resto, come egli stesso dichiara: “il nostro universo possiede in sé tutta la bellezza e la meraviglia necessaria e l’artista non potrebbe rendere lo spettacolo della natura ancora più stupefacente”.

Pierre Kuentz, ha un approccio più sensitivo alla rappresentazione dell’universo “nelle mie tele” spiega “voglio che traspaia tutta la meraviglia dell’uomo che si accosta ad osservare uno spettacolo millenario e ineffabile”. Le sue opere realizzate spesso facendo ricorso a materiali non convenzionali, vogliono stimolare in noi una meraviglia fanciullesca.

Non sono solo due artisti conosciuti e apprezzati ma anche due scienziati, impegnati in seminari e lezioni a livello internazionale che hanno voluto, attraverso l’arte, dare voce alla meraviglia dell’Universo..

AD INFINITUM

“La storia dell’evoluzione insegna che l’universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo”.

Karl Popper e John Eccles, L’io e il suo cervello, 1977

La meraviglia per l’infinita bellezza del cosmo. Tutti noi sin dall’infanzia abbiamo scrutato, con il naso all’insù, la volta celeste: le stelle, luminose e lontane costellazioni, promessa di mondi tanto lontani, la luna e i pianeti, il sole; abbiamo immaginato di raggiungere galassie e pianeti lontani e magari abbiamo fantastico su ciò che per millenni è stato per l’uomo irraggiungibile oggetto di ricerca e anche di fantasticheria.

L’osservazione del cielo ha sempre accompagnato l’umanità fin dalle sue origini. Rappresentazioni degli astri, venerati quali oggetti di culto, si trovano già nelle incisioni rupestri. Agli albori della civiltà, gli antichi Egiziani e i Babilonesi dall’attenta osservazione del cielo e degli astri ricavarono calendari abbastanza precisi; le osservazioni fatte da Copernico, da Galileo e da altri scienziati dal XVI secolo in poi costituirono i primi grandi passi verso la scienza moderna.

L’infinito teatro del cosmo ha da sempre esercitato la sua essenziale influenza sull’essere umano.

Un anelito che ha plasmato tutti i cieli della storia dell’arte: dalla volta trapuntata di stelle della Tomba della Regina Nefertari, al cielo stellato di Van Gogh.

Ma quando le suggestioni delle prime missioni spaziali e delle grandi scoperte astronomiche del XX secolo si coniugano alla sensibilità degli artisti del “pianeta terra” la fusione fra scienza e arte si fa perfetta e trova la sua espressione più alta nella corrente della Space Art.

La percezione artistica è stata capace di catturare la bellezza del cosmo su tela, accrescendo il suo legame con l’osservazione del cielo e non è per nulla inusuale che gli stessi artisti siano degli esperti astrofili e collaborino attivamente con gli scienziati.

Molto spesso dal confronto fra scienziati ed artisti è stato creato un messaggio forte e coinvolgente: quello di trasmettere al pubblico il sogno di esplorare il cosmo. Le opere degli artisti hanno saputo divulgare le scoperte scientifiche, probabilmente anche ispirare le nuove generazioni,  le loro tele si sono fatte ricettacolo di tutte quelle emozioni che genera nell’animo umano il sentirsi parte della meraviglia del cosmo.

Tratto fondamentale della Space Art è quello di aver saputo reinterpretare e divulgare attraverso gli strumenti propri dell’arte, concetti scientifici di grande portata e rilevanza rendendoli adatti alla divulgazione culturale ed esprimendo in essi tutta la carica espressiva propria del mezzo artistico.

Ad Infinitum ha l’ambizione di volerci spingere a riprendere contatto con l’universo, alzando gli occhi verso quel cielo stellato che troppo spesso viene soffocato dalle luci delle nostre città e per la cui bellezza non si riesce più a provare meraviglia.

Un arte quella espressa dagli space artists, che trova nella tecnologia un’essenziale e irrinunciabile strumento di lavoro è infatti grazie e soprattutto agli scatti del telescopio spaziale Hubble che Giorgio Tardonato e Pierre Kuentz hanno potuto trasporre su tela tutta la meraviglia di quell’autentico teatro di luci che  racchiude in sé il segreto della connessione dell’uomo al Cosmo. Un eccezionale ruolo per uno strumento scientifico che si trasforma in eccezionale coautore di queste sensazionali opere d’arte.

Per proteggere la cultura e la bellezza della notte stellata molti hanno chiesto all’Unesco di dichiarare il cielo notturno patrimonio dell’umanità, ma per questioni tecniche ciò non è mai potuto avvenire. Ma forse ci basterebbe  spingerci a ritrovare un contatto fisico e creativo con la natura e l’anelito all’infinito che essa veicola in noi.

In Ad Infinitum ha trovato un felice connubio la visione creativa di artisti e curatori unita alla competenza scientifica di astrofili e ingegneri aerospaziali, grazie alle collaborazioni con il Gruppo Astrofili Lariani, Skyward.
Una partnership che darà luogo ad una serie di eventi ad ingresso libero che vogliono abbattere le barriere ideali fra arte e scienza in nome di quell’anelito all’infinito che ci sospinge tutti ad alzare lo sguardo verso il nostro cosmo…