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«L’universo, per Parodi, è una partitura visiva 

dove ogni forma è segno e ogni colore è vibrazione. 

Arte e scienza come strumenti complementari

per indagare l’enigma dell’esistenza.»

Elisa Larese Moro

Nella visione di Giulio Parodi, l’universo non è un vuoto silenzioso, ma un’immensa partitura visiva dove ogni forma è segno, ogni colore è vibrazione, ogni dettaglio racconta una storia che va oltre il visibile. Il suo lavoro si sviluppa nella frontiera affascinante dell’arte frattale, là dove la matematica incontra l’estetica, e la ripetizione diventa rivelazione.

Attraverso algoritmi generativi e una raffinata sensibilità compositiva, Parodi ci conduce in paesaggi interiori e cosmici al tempo stesso, dove l’infinito si fa immagine e la complessità si trasforma in poesia. Le sue opere non sono semplici costruzioni digitali: sono visioni meditative, nate da un dialogo silenzioso con la logica e l’intuizione, con il calcolo e il caos.

In Fractal Cathedral, l’artista costruisce una scenografia che richiama l’architettura sacra, evocando una cattedrale non edificata da mani umane, ma generata da equazioni e simmetrie naturali. Una forma centrale a otto punte domina la composizione come un mandala stellare o una vetrata gotica aliena. Qui, il rigore matematico si trasfigura in contemplazione mistica: l’algoritmo diventa preghiera, la luce diventa conoscenza. Le tonalità fredde – tra blu acciaio e grigio – sospendono il tempo e lo spazio, come se stessimo entrando in una dimensione altra, dove la mente può perdersi e ritrovarsi.

Con Sotto un cielo stellato, Parodi compie un atto di omaggio e superamento. Se Van Gogh dipingeva la turbolenza del cielo con gesti carichi d’anima, qui l’artista digitale rilegge quella stessa inquietudine celeste attraverso i codici della modernità: vortici frattali, sovrapposizioni luminose, combinazioni cromatiche che uniscono il calore dell’alba alla profondità notturna. Il risultato è un paesaggio di sogno, a metà tra microchip e mitologia, dove le stelle sembrano pulsare come pensieri e le torri fluttuano come archetipi.

Il percorso artistico di Giulio Parodi, sebbene ancora giovane, si distingue per coerenza, intensità e una sorprendente maturità visiva. La sua è una ricerca che sfida le barriere disciplinari: arte e scienza non sono poli opposti, ma strumenti complementari per indagare l’enigma dell’esistenza. Ogni immagine è una finestra aperta sull’infinito, una mappa dell’invisibile che ci invita a riflettere sul rapporto tra ordine e caos, tra percezione e realtà, tra uomo e universo.

Esporre alla Torre delle Arti di Bellagio rappresenta un passaggio simbolico importante nel suo percorso: un luogo sospeso tra storia e paesaggio, tra lago e cielo, che ben si presta a ospitare una visione artistica tanto intima quanto cosmica.

© Elisa Larese Moro per Tablinum Cultural Management, 2025


Giulio Parodi (n. 2002, Savona) è un artista visivo che sviluppa la sua ricerca nell’ambito dell’arte frattale e della sperimentazione digitale, con un approccio che coniuga rigore scientifico, intuizione estetica e profondità contemplativa. Fin dall’infanzia attratto dal disegno e dalle forme geometriche, ha trovato nell’arte generativa il linguaggio ideale per esplorare le connessioni tra matematica, percezione e immaginazione.

Dopo aver intrapreso un personale percorso di ricerca, Parodi ha elaborato uno stile distintivo in cui algoritmi complessi si trasformano in immagini di grande impatto visivo ed emotivo. Le sue opere non sono semplici visualizzazioni digitali, ma vere e proprie “mappe mentali” in cui il caos si organizza in armonia, e la ripetizione frattale diventa metafora dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo.

La sua produzione si caratterizza per una notevole cura nella composizione e nell’uso del colore, elementi con cui l’artista costruisce paesaggi astratti, architetture visionarie e cieli cosmici, capaci di evocare al tempo stesso mondi futuri e dimensioni interiori. Il suo lavoro è profondamente influenzato da un’idea di arte come ponte tra scienza e spiritualità, dove il dato computazionale si trasfigura in forma poetica.

Dal 2023, Giulio Parodi ha preso parte a mostre e fiere d’arte di rilievo sia in Italia che all’estero, tra cui ArteGenova 2024 e 2025 e Art Capital 2025 presso il Grand Palais di Parigi, ricevendo apprezzamenti da pubblico e critica per la coerenza della sua visione e l’originalità del suo linguaggio.

Attualmente continua a vivere e lavorare tra la Liguria e il Nord Italia, impegnato in un processo di continua evoluzione tecnica e concettuale, con l’obiettivo di dare forma visiva all’invisibile e di offrire, attraverso l’arte, un’esperienza di contemplazione e meraviglia.

OPERE SELEZIONATE:

Fractal Cathedral

L’opera presenta una complessa architettura simmetrica, dominata da toni freddi tra il blu acciaio e il grigio metallico. Al centro, una forma floreale a otto punte richiama un mandala o una vetrata gotica, evocando una dimensione sacrale. Le strutture frattali si espandono in tutte le direzioni, come una rete organica che pulsa sotto una superficie ordinata. L’impressione generale è quella di trovarsi all’interno di una cattedrale aliena, dove la matematica incontra la spiritualità. Un equilibrio perfetto tra rigore computazionale e suggestione mistica

Sotto un cielo stellato

Questa seconda opera si ispira chiaramente al linguaggio cosmico di Van Gogh, ma lo reinventa attraverso l’estetica frattale. Vortici di luce si intrecciano in un cielo iperdettagliato, punteggiato da soli e stelle che sembrano vibrare. Le linee sinuose creano un senso di movimento continuo, quasi musicale, mentre il paesaggio sottostante emerge come una distesa onirica di colline e torri stilizzate. I colori caldi dell’alba si fondono con i blu profondi della notte, generando una visione liminale e sognante, tra microcosmo e macrocosmo.