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“Debranne Cingari ci insegna che anche la parola più semplice
può diventare immagine, forma, ricordo: basta imparare a guardarla di nuovo.”
Elisa Larese Moro
Nel cuore della riflessione artistica contemporanea sul linguaggio e sull’immagine, Little Words Project di Debranne Cingari propone una visione delicata e incisiva insieme. L’artista americana ci accompagna in un viaggio attraverso le parole, spogliandole del loro significato consueto per restituirle a una dimensione più intima, visiva, simbolica. Non si tratta di dichiarazioni né di slogan, ma di piccoli frammenti di linguaggio sottratti alla quotidianità e ricollocati in un contesto poetico e immaginifico. Il gesto artistico consiste nell’ascoltare ciò che una parola può diventare, quando viene separata dal rumore del mondo
Dopo essere state tra le più apprezzate nella tappa espositiva a Villa Carlotta, tre opere in particolare sono state selezionate per l’allestimento nella Torre delle Arti di Bellagio. Tre lavori che testimoniano, ciascuno a modo proprio, la complessità e l’apertura semantica di questo progetto
Tomorrow is Just a Maybe (2024) è forse l’opera manifesto dell’intera serie. La frase è sospesa, come il futuro a cui allude. Il “domani” non viene dato per certo, ma evocato come possibilità, come campo aperto di ipotesi e trasformazioni. L’immagine restituisce questa condizione con equilibrio e misura: un cielo quasi immobile, attraversato da un volo appena visibile, un tempo che sembra arrestarsi per invitarci a contemplare ciò che non possiamo prevedere. È un’opera sul tempo e sull’attesa, ma anche sulla necessità di non dare nulla per scontato. La parola si dissolve nel paesaggio, diventando eco di una speranza cauta e necessaria
Free Fall (2025) presenta invece una tensione più forte, quasi esistenziale. Il piccolo aereo che sembra cadere nel vuoto non è solo un oggetto visivo: è simbolo di un abbandono, di una perdita di controllo, forse persino di una liberazione. La “caduta libera” suggerita dal titolo può essere letta come un invito a lasciarsi andare, a rompere con l’ordine prestabilito delle cose. Ma può anche evocare un senso di vertigine e di vulnerabilità. L’opera funziona proprio grazie a questa ambiguità: la parola e l’immagine si inseguono e si sovrappongono, lasciando allo spettatore lo spazio per costruire il proprio significato. La sublimazione termica su alluminio accentua il contrasto tra leggerezza apparente e peso simbolico
Everybody Knows (2025) si distingue per il suo tono enigmatico. La frase, così comune nel linguaggio parlato e nella cultura popolare, si carica qui di una sottile inquietudine. Tutti sanno, ma cosa? L’opera invita a riflettere sul non detto, sull’implicito che accompagna la comunicazione umana. È un lavoro che parla di segreti collettivi, di verità parziali, di ciò che si percepisce ma non si esprime. L’immagine che accompagna il testo non completa il messaggio, ma lo amplifica nella sua indeterminatezza. Ancora una volta, la parola diventa stimolo visivo e concettuale insieme, attivando nello spettatore una risposta emotiva e critica
Queste tre opere esprimono con chiarezza la poetica di Debranne Cingari: una pratica artistica che si nutre di sottrazione, di sospensione, di ascolto. In un mondo affollato di messaggi, Little Words Project invita al silenzio e alla concentrazione. Ogni parola è un gesto, un’immagine, una possibilità di senso. Il medium fotografico, unito all’uso sapiente del supporto metallico, conferisce alle opere una qualità tattile e riflettente, in cui la superficie stessa diventa spazio attivo del pensiero
Nel contesto intimo e raccolto della Torre delle Arti di Bellagio, questo dialogo tra parola e immagine trova nuova risonanza. Il lago che si intravede dalle finestre, le pietre antiche che compongono l’architettura dello spazio, l’atmosfera di quiete sospesa: tutto contribuisce a creare un ambiente ideale per accogliere questa riflessione sul linguaggio come forma d’arte, come possibilità di incontro tra interiorità e mondo
Little Words Project è, in definitiva, una dichiarazione silenziosa di resistenza poetica. Un invito a ricominciare dalle parole più semplici, da quelle che abbiamo dimenticato, ma che possono ancora sorprenderci
© Elisa Larese Moro per Tablinum Cultural Management, 2025
Debranne Cingari è un’artista multidisciplinare americana il cui lavoro spazia dalla fotografia alla narrazione visiva.
Fotografa autodidatta, ha costruito la sua pratica artistica combinando un’educazione formale con un’esplorazione pratica. Cingari ha conseguito un Associate in Advertising presso l’Endicott College e una Laurea in Media e un Master in Educazione presso la Sacred Heart University. Nel corso della sua carriera, ha approfondito la sua esperienza fotografica attraverso mentorship, tra cui quella con la rinomata fotografa Joyce Tenneson, e partecipando a vari workshop su tecniche di trasferimento fotografico, scultura, soffiatura del vetro, collage e mosaici, con formazione specializzata a Ravenna, in Italia.
La sua arte unisce la fotografia a composizioni dinamiche che intrecciano immagini catturate durante i suoi viaggi. Queste composizioni evocano paesaggi onirici, mescolando memoria, natura e narrazione in un modo che invita alla riflessione.
Il lavoro di Cingari è stato esposto in prestigiosi spazi espositivi come il Grand Palais a Parigi, Art Miami e il Museo e Giardino Botanico di Villa Carlotta. Dal 14 giugno 2025, ospiterà una personale, Little Words Project, al Museo e Giardino Botanico di Villa Carlotta. È rappresentata da gallerie di spicco, tra cui Tablinum Cultural Management (Bellagio), Cavalier Galleries, Christopher Martin Galleries e Chase Edward Gallery.
I suoi successi artistici le hanno fruttato numerosi riconoscimenti, tra cui il Philip Isenberg Award e il riconoscimento da parte del Salmagundi Art Club di New York. Le opere di Cingari fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra cui quella del Metropolitan Museum of Art di New York.
Oltre alla sua attività artistica, Cingari ha insegnato in vari contesti accademici e ha contribuito a numerose pubblicazioni su riviste e libri, consolidando ulteriormente la sua influenza nel mondo dell’arte.
OPERE SELEZIONATE:
Tomorrow is Just a Maybe, 2024, Thermal sublimation on aluminum assembly, 40×60 cm
Free Fall, 2025, Thermal sublimation on aluminum assembly, 20×30 cm,
Everybody Knows, 2025, Thermal sublimation on aluminum assembly, 20×30 cm